Che non è uno scioglilingua, come si potrebbe erroneamente pensare. Ma un match. Una partita amichevole tra una delle squadre più promettenti, sorprendenti e famose d’Italia e la squadra di serie A dei Rangers.
La sfida inizia alle ore 18 di martedì 6 agosto sul diamante di Redipuglia.
Gli impavidi Rangers si presentano in 8, con magliette e bermuda di vari colori, con atteggiamento di falsa sufficienza che nasconde in realtà il loro timore. Ci provano, chiedendo agli Spriss Rangers un catcher in prestito, ma COL CAVOLO che glielo concediamo. E così sono costretti ad assoldare al volo un tenero e implume adolescente contro il quale, nonostante l’età, non avremo alcuna pietà.
Noi Spriss Rangers ci presentiamo invece in 14, con una discreta arroganza, e, senza che l’arbitro se ne accorga, in alcuni momenti topici saremo in campo proprio in 14, tutti insieme appassionatamente.
Le indicazioni del coach Federico Miniussi sono cristalline: “ognun gioga dove vol e se giremo un poco come che vien meio”.
Le regole del match sono chiare (anche se all’arbitro vengono comunicate un po’ alla volta, nel corso del match) e servono ad evitare uno squilibrio troppo esagerato tra le due compagini: si decide quindi che i Rangers non potranno rubare, dovranno battere dalla parte opposta a quella naturale (quindi i destrorsi batteranno da mancini), non potranno effettuare gli insidiosissimi bunt e dovranno, naturalmente, lanciare “da sotto”, come nel softball, senza furbi trucchetti. Noi Spriss Rangers invece POSSIAMO SOSTANZIALMENTE FARE CIÒ CHE VOGLIAMO. Giustamente.
L’arbitro è l’inossidabile Salvatore Sechi, super mega presidente della società di Baseball redipugliese, che, con indiscutibile simpatia e ironia, accetta di salire in pedana per cercare di dare un senso a quello che succederà in campo nelle due ore successive.
Ci sarebbe così tanto da scrivere, per narrare tutte le mirabili e a tratti eroiche azioni di questi scriteriati, che ci limitiamo per ovvie ragioni di spazio a citare solo le più spettacolari.
Come non nominare quindi la stoica Suna Leghissa, infortunata, in esterno destro tranquillamente adagiata su comoda sedia da giardino, in attesa di un’eventuale battuta che sarebbe dovuta arrivare dritta nel suo guanto per far vincere al battitore una cassa di birra.
Il coraggio dei tre valorosi campioni di serie A che si sono avvicendati sulla pedana di lancio, effettuando dei movimenti per loro non usuali.
La strepitosa performance di Serena Filiput che ne ha fatti secchi un paio con dei potenti strike-out.
La presa miracolosa di Elisa Ricupero in terza base, con applauso del dugout dei Rangers e battitore auto dichiaratosi out “d’ufficio” per rispetto del gesto atletico.
La super valida di Valeriano Pozzar, che sfiora di pochi centimetri il bordo della rete a fondo campo.
E l’incredibile, spettacolare fuoricampo di Gabriele “Go” Bonutti che – tiè – non ha pietà dei suoi ex compagni di squadra della serie A e fa segnare ben due punti agli Spriss Rangers!
Dopo circa due ore di urla, scivolate improbabili, risate, azioni pregevoli e nuvole di terra rossa, la partita si conclude con un dignitosissimo punteggio di 7 a 5 per i Rangers.
Nel dopo partita, non si fa più alcuna distinzione: si mangia e si beve tutti insieme, com’è giusto che sia.
(Commento serio: grazie ai Rangers da parte di noi Spriss. È stato davvero bello e stimolante giocare con voi. E grazie per aver saputo cogliere l’iniziativa con il giusto spirito sportivo e rispetto nei nostri confronti.)