Ci siamo trovati venerdì 10 giugno, alle ore 21.00, nell’ameno campo di Porpetto, ospiti dei Mojitos. Un nome che fa già pregustare rum e hierba buena, una cassa in sottofondo con musica latina, qualche sonorità cubana in campo ed ecco che sembra di essere all’Havana, anche per il caldo torrido, ma fortunatamente ventilato.
Ebbene sì, in quattro anni di campionato, questa è la prima partita che disputiamo senza il coach Miniussi, ma siamo nelle ottime mani del giovane, ma comunque esperto, co.co.coach Gabriele Bonutti che dimostra di sapersi destreggiare bene tra formazioni, roster, line-up e rapporti con gli avversari e l’arbitro. Arbitro che, come vedremo, si rivelerà una presenza preziosa, non solo durante il match, ma anche dopo. Ma non voglio svelarvi troppo.
Gli Spriss partono agguerriti in attacco, ma vengono sistematicamente fermati dagli impietosi avversari, segnando solo un punto nel primo inning.
In difesa la squadra di Redipuglia soffre certamente l’assenza in pedana di lancio della punta di diamante Serena Filiput, ma non ci perdiamo d’animo: nella manica, oltre agli abbondanti maggiolini, abbiamo anche i nostri assi.
Si alternano infatti al lancio l’ormai consolidato Emiliano Zotti, il glaciale Enrico Ermacora, ma abbiamo un grande e inaspettato ritorno: il nostro inossidabile, ma non infrangibile, capitano Alba Zulini che, nonostante l’infortunio subito l’anno scorso, torna coraggiosamente di fronte al catcher per lanciare.
I padroni di casa sono davvero molto forti ed esperti, sia in attacco che in difesa: battono potentemente, rubano, corrono, e spesso non si riesce a fermarli prima che mettano a segno i 4 punti massimi consentiti per ogni inning. In difesa sono quasi infallibili: prese al volo sicure, giochi veloci in diamante, piedi veloci sul sacco e guanti implacabili. Per gli Spriss c’è poco da fare contro un’armata così.
Eppure, nonostante l’oggettiva disparità tecnica e atletica delle due compagini, gli Spriss Rangers riescono a mettere a segno qualche bel gioco.
In attacco come sempre si fanno sentire i nostri valorosi Mauro Viezzoli, Monty, Cris Fabbro, Erma e Go. Zotti realizza tre strike out, due purtroppo non “effettivi”, perché il corridore riesce a raggiungere la prima base per palla persa, ma gli strike c’erano, eccome se c’erano. Alba Zulini, contro ogni suo pronostico, concede una sola base su ball, e per il resto lancia strike e fa battere. E così, per una volta, non può scusarsi di niente. Suna Leghissa sorprende tutti, compresi due passanti che si trovavano lì per caso ma conoscevano il regolamento, mettendo a segno un bunt dopo due strike. Zotti in esterno centro acchiappa nel guanto una battuta non facile, lo scattante Erma, in collaborazione con l’agile Cris Fabbro in interbase, e l’immobile Giulia Sandrin in prima, realizza un doppio seconda-prima che mette fine al fulmineo inning con tre out e gli avversari a zero.
Nell’ultimo inning succede l’irreparabile. Giulia Sandrin riesce miracolosamente a mettere a segno una valida, segue in battuta la solida Sheila Burelli che guadagna una base su ball. Si appresta a battere il nostro rapido Luca Cotza, che viene però drammaticamente colpito al ginocchio da un potente lancio sfuggito di mano al lanciatore dei Mojitos, conosciuto come “quello che la tira piano”. Cotza è costretto a lasciare zoppicante il diamante, e al suo posto rientra Suna Leghissa, che ormai si stava giù pregustando le infradito e la grigliata post-partita. Il lanciatore, forse turbato dall’incidente, si fa scappare qualche ball di troppo e gli Spriss riescono a portare a casa un ultimo punto, prima della terza eliminazione.
Il match si conclude con un dignitoso punteggio di 19 a 8 per i padroni di casa.
Ed ecco che nel dopopartita, la nostra solerte Suna Leghissa realizza una perfetta medicazione della rotula contusa del povero Luca Cotza, ma il vero rimedio miracoloso è la pomata all’arnica, gentilmente offerta dall’arbitro al nostro sfortunato infortunato.
E così, tra il profumo di luganighe alla griglia e di arnica, dopo la partita sono gli Spriss a bersi i mojitos.
Rigorosamente con ghiaccio.
Tutto è bene quel che finisce bene!